Thor: Love and Thunder è il primo film dei Marvel Studios ad utilizzare la Stagecraft, stessa tecnologia per gli ambienti virtuali di The Mandalorian e The Batman.
Il 6 luglio uscirà al cinema Thor: Love and Thunder, il quarto capitolo dedicato alle avventure del Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth. Nel film, oltre alla presenza di Natalie Portman come Jane Foster (che sarà in grado di sollevare il Mjolnir), rivedremo Jamie Alexander nel ruolo di Lady Sif (dopo la sua misteriosa assenza in Thor: Ragnarok) e Chris Pratt nei panni di Peter Quill/Star-Lord, insieme agli altri Guardiani della Galassia.
Dopo aver visto il primo trailer del film, molti fan sono rimasti a dir poco sorpresi dalla qualità delle ambientazioni e dei panorami, motivo per cui abbiamo deciso di realizzare questo piccolo approfondimento tecnico sul film, dato che i Marvel Studios hanno utilizzato una nuova, intrigante tecnologia.
Come alcuni di voi sapranno infatti, Thor: Love and Thunder è il primo film dell’Universo Cinematografico Marvel (verrà seguito da Ant-Man and the Wasp: Quantumania) girato con la Stagecraft, la tecnologia per la creazione degli ambienti virtuali introdotta dalla Lucasfilm con la serie di Star Wars, The Mandalorian.
Taika Waititi (che aveva già avuto l’occasione di provare questa tecnologia con l’ultimo episodio della serie sul Mandaloriano) ha infatti girato il film sul Dio del Tuono in Australia, utilizzando per molte sequenze una delle prime installazioni del ”Volume” – questo il nome della nuova tecnologia – in collaborazione con la Industrial Light & Magic, che ha supportato l’intera produzione.
Entrando nell’aspetto più tecnico, la Stagecraft (che di fatto evolve e migliora la tecnica della retroproiezione già esistente nel cinema) è stata introdotta e sviluppata da Lucasfilm e Industrial Light & Magic e permette di girare gran parte della serie al chiuso senza il classico green screen, migliorando così la qualità visiva e l’illuminazione generale.
L’intero set è allestito con degli enormi schermi LED affiancati dagli oggetti di scena: questo permette al team di sviluppo di creare digitalmente tutti gli sfondi tramite Unreal Engine 5 (grazie ad una collaborazione con Epic Games), modificandoli e renderizzandoli in tempo reale per proiettarli sugli schermi, rendendo tutto l’ambiente più ”reale”.
Al tempo stesso, avendo uno sfondo concreto alle proprie spalle, l’intera illuminazione del set inevitabilmente ne trae un grande beneficio, con un risultato finale decisamente migliore rispetto al green screen.
Le dimensioni del set base sono di 6 metri e mezzo di altezza per 25 metri di diametro, ma a partire da Thor: Love and Thunder il regista Taika Waititi ha avuto a disposizione ancora più pannelli LED in degli ambienti ancora più grandi, per offrire una risoluzione maggiore ed un ambiente virtuale ancora più imponente.
In termini pratici, da una parte questo permette agli studios di girare al chiuso e di garantire una sicurezza maggiore per cast e crew in tempi di pandemia (in quanto si troveranno in un ambiente protetto, controllato e sanificato quotidianamente, lontano da fan, paparazzi etc) e dall’altra parte permette di migliorare ancora di più la qualità visiva e soprattutto l’illuminazione, mettendo in secondo piano il classico green/blue screen.