Le scene post credits della Fase 4 sembrano essere andate incontro a un’evoluzione parallela a quella avuta dall’MCU stesso.
Sin dagli albori del Marvel Cinematic Universe, i Marvel Studios hanno contraddistinto le proprie creazioni audiovisive con l’inclusione reiterata di scene dopo i titoli di coda (o in mezzo agli stessi). Queste scene sono volte rafforzare il concetto di universo condiviso, in quanto mettono quasi sempre in scena delle anticipazioni per il futuro dell’MCU. Oltre a rappresentare un marchio di fabbrica per il franchise, dunque, le mid-credits e le post-credits della Saga dell’Infinito erano dei veri e propri teaser per film già ufficialmente annunciati in precedenza.
Tuttavia, con l’avvento della nuova grande saga del filone, qualcosa sembra essere cambiato. Sembra infatti che, per quanto riguarda i film della Fase 4, la strategia sia mutata. Non si punta più a promuovere progetti futuri, bensì a introdurre personaggi che assumeranno un ruolo importante in futuro.
Se Eternals (2021) avesse seguito lo schema tipico delle scene dopo i titoli di coda che hanno caratterizzato le prime tre fasi dell’MCU, una delle due post-credits avrebbe probabilmente anticipato gli eventi di Thor: Love and Thunder (2022), dato che entrambi i film condividono aspetti cosmici e pseudo divini.
Invece, in una scena si è preferito lasciar spazio all’introduzione di Eros/Starfox (Harry Styles), nell’altra Dane Whitman (Kit Harington) è diventato il Cavaliere Nero, il che rappresenta un espediente finalizzato a comunicare ai fan che l’attore avrebbe assunto in futuro un ruolo ben più importante rispetto a quello avuto nel lungometraggio sugli Eterni.
Allo stesso modo, le scene bonus di Doctor Strange nel Multiverso della Follia (2022) avrebbero potuto mostrare Kang (Jonathan Majors), villain di Ant-Man and The Wasp: Quantumania (2023), o qualche membro del cast della seconda stagione di Loki, considerato che entrambi i prodotti trattano il tema multiversale proprio come il film di Sam Raimi.
Nella realtà dei fatti, però, il pubblico ha assistito all’apparizione di Clea (Charlize Theron), la quale invita Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) ad accompagnarla in un viaggio all’interno della Dimensione Oscura.
L’ultimo esempio proviene dal recente Thor: Love and Thunder, le cui scene dopo i titoli di coda, con grande sorpresa di molti, non hanno incluso la presenza dei Guardiani della Galassia, che hanno avuto un breve screentime durante il primo atto della pellicola.
Ha fatto invece il suo debutto nell’MCU Ercole (Brett Goldstein). Il figlio di Zeus (Russell Crowe) avrà, con ogni probabilità, un impatto importante nel prossimo film sul Dio del Tuono.
La nuova strategia dei Marvel Studios è quindi piuttosto chiara: se prima l’obiettivo principale delle scene post-credits consisteva nel far recepire al pubblico l’esistenza di una macrotrama e di una connessione indissolubile tra un film e il successivo, adesso questo concetto è largamente assodato, grazie alla popolarità assunta dal franchise; si punta dunque all’inserimento di attori famosi o personaggi interessanti, che possa stimolare la curiosità di coloro in sala che amano fare elucubrazioni sull’intricata ragnatela di eventi fittizi che li intrattiene ormai da quasi quindici anni.