Il 9 novembre uscirà al cinema Black Panther: Wakanda Forever, il sequel del film vincitore di 3 premi Oscar nel 2018 che dovrà affrontare l’improvvisa morte del protagonista Chadwick Boseman e portare avanti la storia di Shuri (Letitia Wright), ora alla guida del Regno di Wakanda.
LEGGI ANCHE:
I Marvel Studios hanno deciso di cambiare il nome di Atlantide nell’MCU per evitare di creare confusione con Aquaman (2018) della DC Comics, in cui veniva rappresentata una città sottomarina iper-tecnologica e abitata da antiche creature marine credute estinte.
Il Namor (Tenoch Huerta) dell’MCU, insieme alla sua gente, si baseranno invece sulle culture dei popoli precolombiani e il nome dato all’Atlantide cinematografica è un’altra dimostrazione di questa scelta. Il nome Talocan, infatti, non è presente nei fumetti ed è un richiamo a Tlālōcān, uno dei paradisi del mito azteco e luogo di eterna primavera governato da Tlāloc, Dio della pioggia e della fertilità. Questo aldilà era destinato a coloro che erano morti annegati per inondazioni o tempeste, uccisi dai fulmini durante la navigazione oppure periti per colpa di malattie legate all’acqua, il che fa capire come mai sia stato scelto di dare proprio questo nuovo nome al regno sottomarino di Atlantide.
Nel corso di un’intervista con Entertainment Weekly, il produttore Nate Moore ha parlato dell’introduzione di Talocan, ispirata in particolare alla cultura Maya. Dopo aver spiegato che il team creativo e la produzione hanno lavorato a stretto contatto con storici ed esperti della civilità Maya, Moore ha stuzzicato sulle analogie tra il Wakanda e il Regno sottomarino:
“Si trovano spesso in conflitto perché non sono poi tanto diversi. Sono due nazioni che preferirebbero essere nascoste e isolate, con sovrani incredibilmente potenti che hanno un forte punto di vista su come dovrebbe essere il mondo.”