Sui social si fa un gran parlare di ”canonicità” delle vecchie serie Marvel. C’è chi sostiene che Agents of S.H.I.E.L.D., Marvel’s The Defenders, Cloak & Dagger e Marvel’s Runaways siano canoniche per l’Universo Cinematografico Marvel (ossia che fanno a tutti gli effetti parte dell’MCU, influenzano e vengono influenzati dagli eventi dei film), e c’è chi sostiene il contrario. Chi ha ragione?
La verità, come sempre, sta nel mezzo. In questo nostro nuovo editoriale ripercorreremo la storia delle serie televisive e il modo in cui si collegano ai film del Marvel Cinematic Universe.
La prima serie televisiva dell’MCU
Nel 2008, anno d’uscita del primo Iron Man, l’organizzazione dei Marvel Studios era molto diversa. Non erano uno studio indipendente come adesso, ma erano una sottodivisione di Marvel Entertainment, LLC (inizialmente conosciuta come Marvel Enterprises). Dopo l’acquisto da parte di The Walt Disney Company e l’allontanamento dell’ex CEO Isaac ”Ike” Perlmutter, gli studios guidati da Kevin Feige hanno assunto una libertà sempre maggiore, fino ad arrivare al successo globale che tutti, oggi, gli riconosciamo.
E proprio per via del successo del Marvel Cinematic Universe, nel 2013 Joss Whedon (regista del primo film sui Vendicatori, The Avengers) unisce le forze con il fratello Jed Whedon e con la sceneggiatrice Maurissa Tancharoen per dare vita alla prima serie televisiva ambientata nell’MCU: Agents of S.H.I.E.L.D., co-prodotta da Marvel Television e ABC Television Studios, sempre di proprietà di Disney.
Il successo di Agents of S.H.I.E.L.D.
La serie ottiene un successo immediato: è la prima volta che gli spettatori possono avere un appuntamento settimanale con l’MCU, che fino a quel momento aveva sfornato un massimo di due film all’anno (ed era appena giunto al termine della Fase Uno). La prima stagione si conclude con un grosso collegamento con il film Captain America: The Winter Soldier, e mostra la caduta dello S.H.I.E.L.D. per mano dell’HYDRA.
Grazie al successo della serie, Marvel Television mette in cantiere una seconda serie ambientata nell’MCU: Agent Carter, una serie prequel ambientata negli anni ’40 e dedicata al personaggio di Peggy Carter (Hayley Atwell), la fidanzata di Captain America. Nel riportare la notizia, Deadline rivela che la divisione televisiva di Marvel Entertainment, LLC era al lavoro su numerose altre serie ambientate nell’MCU.
L’accordo con Netflix
Nell’ottobre 2013 viene rivelato che Marvel Television stava sviluppando quattro miniserie di genere drama, per un totale di 60 episodi, da proporre a vari servizi di streaming. Netflix vince l’offerta e inizia la produzione di Marvel’s Daredevil, la prima di una lunga serie di show ambientati nell’MCU e incentrati sui personaggi tratti dai fumetti Marvel.
Ad essa seguono Marvel’s Jessica Jones nel 2015, Marvel’s Luke Cage nel 2016, Marvel’s Iron Fist, Marvel’s The Punisher e il crossover Marvel’s The Defenders nel 2017.
Le altre serie Marvel
Nel frattempo, ABC Studios in collaborazione con Hulu e Freeform inizia lo sviluppo di Runaways, Cloak & Dagger, Inhumans ed Helstrom, insieme a vari spin-off successivamente cancellati (tra cui ”Marvel’s Most Wanted”, ”Marvel’s New Warriors” e ”Marvel’s Damage Control”).
Parallelamente, la divisione televisiva si accorda con FX Productions per lo sviluppo di due serie non ambientate nell’MCU, Legion e The Gifted.
I dubbi sulla canonicità
Con il passare del tempo, il pubblico inizia a mettere in dubbio la canonicità di tutte queste serie. Nonostante fossero piene di riferimenti ai film dell’MCU (alla battaglia di New York, ad Iron Man e Captain America, allo schiocco di Thanos), le serie si discostavano di molto e, in alcuni casi, arrivavano a creare delle leggere incongruenze con la trama delle pellicole. Inoltre, a causa dell’elevato livello di segretezza adottato dai Marvel Studios, gli sceneggiatori delle serie non avevano accesso ad informazioni riguardanti i film che sarebbero state di vitale importanza per la connessione con gli show. D’altro canto, la divisione cinematografica era troppo impegnata con la costruzione della macrotrama che avrebbe portato ad Avengers: Infinity War e non aveva né tempo né spazio da dedicare ai personaggi delle serie.
Un po’ per l’assenza di informazioni e un po’ per mantenere una propria personalità senza dover fare troppo affidamento sui film, le varie serie hanno iniziato a raccontare storie sempre più contenute e indipendenti, scatenando negli spettatori il dubbio e arrivando a farli dubitare delle effettive connessioni con l’MCU.
Il lancio di Disney+
A novembre 2020 viene lanciato Disney+, il servizio di streaming ufficiale della Casa di Topolino, sul quale arrivano varie serie televisive prodotte dai Marvel Studios e incentrate su vari personaggi dell’Universo Cinematografico Marvel (quali Wanda Maximoff e Visione, Sam Wilson/Falcon e Bucky Barnes/Soldato d’Inverno, Loki, Clint Barton/Occhio di Falco).
È la prima volta che la divisione cinematografica produce serie televisive, e questo avviene per via della chiusura di Marvel Television dopo la promozione di Kevin Feige a CCO (Chief Creative Officer) di tutta Marvel Entertainment, LLC.
La successiva canonizzazione
Le serie, una ad una, sono state cancellate sia per lo scarso successo che per la scadenza dei diritti. Verso la metà del 2020, a circa un anno dal lancio di Disney+, la Casa di Topolino ha riottenuto i diritti di sfruttamento di tutti i personaggi e ha caricato tutte le serie Marvel sulla piattaforma, rendendole così fruibili al pubblico di tutto il mondo. ”Non sono canoniche finché i protagonisti delle serie non appaiono nei film”, sostengono in molti. Ed è in parte vero, poiché un universo condiviso è davvero tale quando i suoi personaggi si incontrano durante gli eventi crossover.
Ed è qui che arriva il cambiamento. Alla fine del 2021, alcuni personaggi delle serie vengono ripresi e inseriti ufficialmente nell’MCU, come Matt Murdock/Daredevil (Charlie Cox) in Spider-Man: No Way Home e Wilson Fisk/Kingpin (Vincent D’Onofrio) in Hawkeye. Ancor prima, nel 2019, James D’Arcy aveva ripreso il ruolo di Edwin Jarvis (dalla serie Agent Carter) in Avengers: Endgame. Si tratta di una mossa senza precedenti: è la prima volta che nei film dell’MCU appaiono i personaggi delle serie non prodotte dai Marvel Studios.
La mossa commerciale è più che ovvia: invece di procedere con un recasting e con un reboot dei personaggi, gli studios optano per riprendere la stessa versione di quei personaggi già noti al pubblico e amati grazie al grande successo delle serie.
Similitudini e differenze
I fan più estremisti mettono in dubbio il ritorno di questi personaggi, arrivando ad ipotizzare l’utilizzo della tecnica del soft reboot o addirittura, tra le teorie più fantasiose, l’appartenenza ad un ”universo alternativo” per via del Multiverso.
Ma con il passare del tempo, è diventato chiaro che si tratta di un effettivo prosieguo delle serie distribuite da Netflix: Matt Murdock appare in Spider-Man: No Way Home con lo stesso completo e in She-Hulk: Attorney At Law con lo stesso costume da Daredevil visto nella serie, fatta eccezione per i colori (che rappresentano un omaggio alla prima apparizione fumettistica del personaggio), e le sue scene d’azione vengono addirittura accompagnate dalla stessa colonna sonora delle serie Netflix.
Dall’altra parte, Wilson Fisk appare in Hawkeye e non solo cita il ”vuoto di potere” lasciato dalla sua assenza e la sua volontà di ”riprendersi la città”, ma sfoggia anche un look che non è passato inosservato ai più attenti: nelle scene ambientate nel passato indossa un completo nero, mentre in quelle del presente indossa un completo bianco. Questo cambiamento cita l’evoluzione del personaggio nella serie Netflix Marvel’s Daredevil, il cui cambio d’abito è dovuto alla relazione tra Fisk e Vanessa (Ayelet Zurer). Inoltre, nella serie Hawkeye il personaggio di Kate Bishop utilizza dei particolari gemelli… gli stessi che Fisk indossava nella serie, un regalo del padre, che hanno avuto un importante ruolo nella trama degli show Netflix.
Ovviamente ci sono alcune differenze, su tutte la forza sovrumana di Kingpin in Hawkeye e l’assenza di Echo da Marvel’s Daredevil. Nulla che non si possa risolvere con delle piccole retcon narrative.
Ma quindi le serie sono canoniche?
Risposta breve: lo sono sempre state. Risposta lunga: ora che i Marvel Studios hanno pieni diritti legali, di distribuzione e di sfruttamento dei personaggi e delle serie, possono fare tutti i collegamenti che vogliono e riutilizzare trame e personaggi delle vecchie serie. Si tratta quindi di una canonizzazione a posteriori, ma poco importa; il pubblico generalista vede gli stessi attori che interpretano gli stessi personaggi, e non si pone alcun problema.
Durante il Disney D23 Expo, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha confermato che Daredevil: Born Again non sarà una quarta stagione della serie Netflix, ma piuttosto un ”nuovo inizio” per il Diavolo di Hell’s Kitchen nell’MCU. Ciò non significa che sarà un reboot: proprio come fatto con Hulk e con Thor, il personaggio verrà dato in mano ad un team creativo che scriverà nuove storie, anche molto diverse rispetto a quelle passate, ma sempre rispettando il passato. Si tratta di dichiarazioni molto comuni: ogni stagione di Doctor Who è un ”nuovo inizio”, eppure è un sequel di quella precedente. Thor: Ragnarok è un ”nuovo inizio”, ma è comunque un sequel di Thor: The Dark World. La nuova trilogia di Star Wars è un ”nuovo inizio”, ma è un sequel a tutti gli effetti della trilogia originale.
Apparizioni future
Matt Murdock/Daredevil e Wilson Fisk/Kingpin torneranno in Echo, serie spin-off di Hawkeye incentrata sul personaggio di Maya Lopez (Alaqua Cox), e saranno poi protagonisti di Daredevil: Born Again, descritta come ”una continuazione e al contempo un nuovo inizio della serie Netflix”.
BONUS: Stando alle prime indiscrezioni, numerosi attori delle serie Netflix sarebbero già in trattative per tornare in Daredevil: Born Again. Tra essi ci sono Deborah Ann-Woll (Karen Page), Elden Henson (Foggy Nelson) e Jon Bernthal (Frank Castle/The Punisher).